Macchine come fate. Gli operai italiani alle esposizioni universali (1851-1911)

Riferimento: 9788862503327

Editore: Guerini e Associati
Autore: Pellegrino Anna
Collana: Ripensare il '900
In commercio dal: 25 Agosto 2011
Pagine: 237 p., Libro in brossura
EAN: 9788862503327
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Descrizione

Luoghi di pellegrinaggio al feticcio merce secondo Benjamin; stupide secondo Marx ed Engels; soggetti di un vero e proprio delirio del XIX secolo secondo Flaubert, le esposizioni universali si possono considerare uno dei principali canali di diffusione e di pubblicizzazione dei valori della cultura industriale nell'Ottocento. Si basavano su un gigantesco fenomeno di mobilitazione di uomini e di risorse, che si estendeva in una rete fittissima di esposizioni nazionali, locali, settoriali, su scala mondiale, e culminava in queste grandi occasioni di incontro a cui affluiva già un pubblico di massa. Alla Esposizione di Parigi, nel 1900, si contarono più di 50 milioni di ingressi a pagamento. Veicolavano un messaggio legato ai valori dell'industria e del progresso scientifico e tecnologico che toccava tutti gli strati della popolazione, anche il pubblico dei lavoratori e degli operai, contribuendo a sopirne le iniziali tendenze antindustrialiste e le resistenze all'introduzione delle macchine e delle nuove tecnologie. In questo libro si analizzano le testimonianze degli operai italiani inviati in visita alle grandi esposizioni universali, attraverso i rapporti scritti che redigevano alla fine del loro viaggio, per verificare come il messaggio industrialista delle esposizioni fosse recepito. Le macchine appaiono volta a volta, nelle parole degli operai, come fate benefiche o come mostruosi meccanismi; emerge alla fine un quadro di adesione, ma critica e avvertita...
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