Dialogoi. Rivista di studi comparatistici. Vol. 11

Riferimento: 9791222320670

Editore: Mimesis
Autore: Grilli G. (cur.)
In commercio dal: 22 Aprile 2025
Pagine: 354 p., Libro in brossura
EAN: 9791222320670
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Descrizione

In questo fascicolo che ora è pronto alla lettura, intellettuali di vari specialismi hanno proposto di evitare genealogie e gerarchie, e persino tra Comico e Epos hanno trovato in una struttura, figurale, di compromesso, proposta in effetti da Alessandro Grilli, nell'eroismo comico. Se così configurata, la dialettica del pacifismo ha un fondamento, mi pare, più gender-oriented che storicistico. Ma, soggiunge Grilli, un piccolo chiarimento: la mia nozione di eroismo comico è sicuramente di matrice freudiana, non c'è dubbio; ma la 'dialettica' del pacifismo che cerco di illustrare nel mio contributo non è tanto freudiana quanto legata ai parametri di genere: il pacifismo dell'eroe maschile (Acarnesi) è un pacifismo aggressivo ed egoistico, quello dell'eroe femminile (Lisistrata) è un pacifismo deferente, eterocentrico e comunitario. Ma la dialettica non è freudiana in questo caso, mi sembra, fondando sull'eroismo comico (espressione convincente per me - ancora Grilli, ma in questo caso Giuseppe -, anche in un senso di reminiscenza lopiana, direttamente teatrale piuttosto che teoretica), una proposta di lettura storica, non storicistica, come troveremo, da prospettive pur tuttavia non sempre coincidenti, in Pierre Dalla Vigna, o in altri. Tornando al maggior interprete classico, Aristofane, l'esemplificazione mediante tre modelli (le tre opere selezionate ed esemplificate: Acarnesi, Lisistrata, Pace) è ovviamente funzionale alla dispositio della tesi della dialettica freudiana, in una lezione che vuole le forme del pacifismo rispecchiate dialetticamente dalle prerogative dei generi. No, la dialettica è sicuramente funzionale alla dispositio (Acarnesi e Lisistrata sono tesi e antitesi; la Pace con Trigeo è in una posizione intermedia, dunque sintesi tra gli opposti). Ma la lezione non è orlandiana - non si tratta di una formazione di compromesso e non c'è un represso sociale che ritorna - si tratta anzi di una distribuzione delle prerogative che è del tutto coerente con gli stereotipi di genere nella cultura patriarcale, l'uomo assertivo, la donna oblativa ecc.
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